Vangelo Maggio 2016



Domenica 29 maggio 2016
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


Intervento dei bambini Eugenio e Francesco

Noi bambini abbiamo riflettuto sui verbi del brano del Vangelo di oggi.
Prese: noi giochiamo spesso a “prendere”, tocchiamo l’altro non per farlo nostro, per prenderlo, ma per creare un contatto, un legame che ci fa amici.
Alzò gli occhi al cielo: gli occhi al cielo li alziamo quando abbiamo bisogno di aiuto: capita quando veniamo rimproverati o quando abbiamo un desiderio da esprimere.
Recitò su di essi la benedizione: a scuola recitiamo delle poesie e le parole sono così belle che fanno battere il cuore
Li spezzò: ci divertiamo tanto a realizzare dei rifugi e delle capanne. Per farle dobbiamo spezzare i bastoni che diventano così perfetti per costruire.
Li dava ai discepoli: Gesù dà ai discepoli il pane e i pesci perché si fida di loro.
Li distribuissero alla folla: se hai un bene prezioso non devi solo custodirlo ma darlo agli altri perché si crei una catena di bene.


Intervento di Micaela e Tatiana

Gesù parla alla folla e guarisce i malati e quanti hanno bisogno di cure.
Gesù ci insegna come amare e ci mostra come e dove arriva il suo amore. Guarisce chi non sa più parlare, chi non sa camminare, chi non sa più vedere, guarisce le parti di noi che sono rimaste ferme, bloccate, ferite, immobili.
E’ sera, buio, il luogo è deserto. I discepoli dicono a Gesù di congedare la folla perché non sanno come nutrirla e pensano a come fare per comprare dei viveri.
Mi riconosco nei discepoli. Mi preoccupo, mi spavento, penso a come risolvere praticamente le cose, penso di aver fatto abbastanza, faccio fatica a tenere “alla sera” la responsabilità.
Gesù indica loro la via: “Voi stessi date loro da mangiare”
Gesù li invita a dare il pane, a farsi pane per gli altri, a dare, a darsi. Li chiama e ci chiama ad aprire le porte e le finestre delle nostre case, dei nostri cuori, mettendoci in gioco, mostrando chi siamo.
Allora Gesù prese i cinque pani, alzò gli occhi al cielo, li spezzò e li diede ai discepoli per distribuirli.
Cosa possiamo dare agli altri ? Come possiamo spezzarci? Possiamo dare con il corpo (le nostre mani, il nostro lavoro), con la mente (scrivendo, parlando, disegnando), con il cuore (comunicando le nostre emozioni). Possiamo dare facendo ciascuno la nostra parte.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portate via dodici ceste.
Le volte in cui riusciamo ad aprire il nostro cuore lo spazio sembra più largo, quando riusciamo veramente a dare, ci sembra di avere più forza, di poter “dare” ancora.


Intervento di Elisabetta

Quello di oggi è un Vangelo sicuramente particolare e speciale.
Intanto tutti lo conosciamo come il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ma questo termine non è mai presente nel testo evangelico, né qui né negli altri evangelisti che riportano l’episodio, in effetti è presente in tutti e quattro. Anzi pare più che moltiplicazione ci sia divisione, Gesù dice di dividere i 5000 uomini in gruppi di 50 uomini, Gesù spezza il pane, ossia lo divide, dice ai discepoli di dividerlo tra le persone della folla. Si tratta poi di un Vangelo con un sacco di numeri: 12 apostoli, 5 pani, 2 due pesci, 5000 uomini, gruppi da 50, ancora 5 pani, 2 pesci e infine 12 ceste di pani avanzati.
Dunque “moltiplicazione”, “divisione” e numeri mi fanno dire che si tratta di un vangelo dalla spiccata anima “matematica”. Pensando alla funzione del numero mi è tornato alla mente Pitagora che nella filosofia greca considera il numero come archè principio di tutte le cose, archetipo della creazione divina. Se dunque proviamo ad interpretare questo Vangelo come un testo di riflessione sulla creazione mi pare di poter vedere in esso un invito chiaro a noi uomini ad essere co-creatori, creatori con Lui. Infatti egli dice ai suoi discepoli “Voi stessi date loro da mangiare” Mentre dice questo mi sembra che il suo sguardo sia pieno di forza incoraggiante è come se dicesse “Avete in voi i numeri per farlo”. Ma visto che loro continuano a vedere i cinque pani e i due pesci gli mostra come fare passo dopo passo con il suo esempio:
- si accorge della folla che ha bisogno di cure
- si prende la responsabilità di far sedere la folla
- agisce: il numero si fa logos: entra con la benedizione nello spazio sacro, dona e con- divide.
Penso che una chiave sia proprio nella preposizione “con” che dà una valenza positiva al dividere che pare qualcosa di negativo in sé. Una semplice parolina trasforma il senso di un macigno di parola! La condivisione è proprio questo trasformare con qualcosa di piccolo qualcosa di più grande. Metto insieme agli altri ciò che ho ma soprattutto ciò che sono.








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