Testi degli interventi - L'amicizia

La camminata meditativa del 16 APRILE 2018 si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore: L’AMICIZIA.
Da tempi lontani sono state dette e scritte tante parole sul significato dell'amicizia che è un valore non tanto da pensare quanto da vivere.

Con l’intento di celebrare l’amicizia e di condividerne il significato profondo, dopo un saluto fr.Renzo che dà il benvenuto anche ai nuovi nati Martino e Noé, ci siamo incamminati in silenzio lungo il sentiero che giunge all’eremo (20p).

Ecco le nostre testimonianze:

CANTO di OSCAR

Il canto liturgico che propongo spiega come si può riconoscere e amare Gesù come un amico:

PER  ACCENDERE IN CUORE LA SPERANZA – P. Ruaro

Mi ritrovo, fianco a fianco,

con due amici un po' delusi,

su quei volti c'è tristezza

e nel cuore molta amarezza,

poi il Tuo passo ci raggiunge.

Noi stupiti, ci chiediamo:

"Ma chi sei, Tu forestiero,

che hai parole così intense?"
 

Tu Signore sei l'amico che ci può guidare.

Tu Signore sei la voce che sa rincuorare.

Sei il fuoco che può infiammare

per accendere in cuore la speranza

per accendere in cuore la speranza
 

Mi ritrovo, là nell'orto,

con Maria che tu hai "amato".

Il sepolcro è freddo, vuoto ...

dove mai ti hanno portato?

La tua voce conosciuta

chiama lei e me per nome.

Non ci pare proprio vero:

sì, sei tu Maestro e Amico
 

Tu Signore sei l'amico che ci può guidare.

Tu Signore sei la voce che sa rincuorare.

Sei il fuoco che può infiammare

per accendere in cuore la speranza

per accendere in cuore la speranza

 
LISA legge

L'Albero degli amici di Jorge Luis Borges

Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici


per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.

Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, 

gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro.

Tutti li chiamiamo amici e ce sono di molti tipi.

Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici. 

Il primo che nasce è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma,

che ci mostrano cosa è la vita.

Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali dividiamo il

nostro spazio affinché possano fiorire come noi.

Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.

Ma il destino ci presenta ad altri amici che non sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino. Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore.

Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo bene, sanno cosa ci fa felici. E alle volte uno di questi amici dell'anima si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.

Egli da luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi.

Ma ci sono anche quegli amici di passaggio, talvolta una vacanza o un giorno o un'ora. Essi collocano un sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro.

Non possiamo dimenticare gli amici distanti, quelli che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento soffia appaiono sempre tra una foglia e l'altra.

Il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l'estate dopo, e altre permangono per molte stagioni.

Ma quello che ci lascia felici è che le foglie che sono cadute continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con allegria.

Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando incrociarono il nostro cammino. 

Ti auguro, foglia del mio albero, pace amore, fortuna e prosperità.

Oggi e sempre ... semplicemente perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica.

Sempre lascia un poco di se e prende un poco di noi.

Ci saranno quelli che prendono molto, ma non ci sarà chi non lascia niente.

Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
 

CANTO DI ALESSANDRO

Dedico questa canzone ad un mio amico che conosco da 47 anni.
 

Canzone per Piero di Francesco Guccini

Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo,

venticinque anni son tanti e diciamo un po' retorici che sembra ieri.

Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato:

io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai.


Ma d' illusioni non ne abbiamo avute, o forse si, ma nemmeno ricordo,

tutte parole che si son perdute con la realtà incontrata ogni giorno.
 

Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare,

fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo stesso.

Eppure il mondo continua e va avanti con noi o senza e ogni cosa si crea

su ciò che muore e ogni nuova idea su vecchie idee e ogni gioia su pianti.
 

Ma più che triste ora è buffo pensare a tutti i giorni che abbiamo sprecati,

a tutti gli attimi lasciati andare e ai miti belli delle nostre estati.

 
Dopo l'inverno e l' angoscia in città quei lunghi mesi sdraiati davanti,

liberazione del fiume e dei monti e linfa aspra della nostra età.

Quei giorni spesi a parlare di niente sdraiati al sole inseguendo la vita,

come l' avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre.


Il mio Leopardi, le tue teologie: "Esiste Dio?" Le risate più pazze,

le sbornie assurde, le mie fantasie, le mie avventure in città con ragazze.

 
Poi quell' amore alla fine reale tra le canzoni di moda e le danze:

"E' in gamba sai, legge Edgar Lee Masters. Mi ha detto no, non dovrei mai pensare."

Le sigarette con rabbia fumate, i blue jeans vecchi e le poche lire,

sembrava che non dovesse finire, ma ad ogni autunno finiva l' estate.

Poi tutto è andato e diciamo siam vecchi, ma cosa siamo e che senso ha mai questo

nostro cammino di sogni fra specchi, tu che lavori quand' io vado a letto.


Io dico sempre non voglio capire, ma è come un vizio sottile e più penso

più mi ritrovo questo vuoto immenso e per rimedio soltanto il dormire.

E poi ogni giorno mi torno a svegliare e resto incredulo, non vorrei alzarmi,

ma vivo ancora e son lì ad aspettarmi le mie domande, il mio niente, il mio male...
 

INTERVENTO DI FRANCESCA

Per parlare dell’amicizia questa sera, faccio la mia riflessione insieme con altre persone, che non sono qui presenti, ma sono amici, dell’eremo e miei. Uno è Gheno, dal Brasile, e ha condiviso lui stesso con me un racconto della sua infanzia per essere qui con noi stasera, i suoi amici dell’Italia. L’altra è Elisabetta, che mi ha raccontato l’altro giorno una antica leggenda dal mondo greco.

La prima storia, come dicevo, è una storia vera, un racconto d’infanzia e risale ai tempi della prima comunione, quando Gheno aveva circa 8 anni. In quel tempo aveva un amico della sua stessa età, vicino di casa, con cui giocava volentieri e frequentava il catechismo, ma questo ragazzino non poteva andare sempre, perché  proveniva da una famiglia disagiata e quindi non frequentava allo stesso modo degli altri bambini. Ma diversamente da tanti altri, a lui piaceva fare le lezioni di catechismo e, quando saltava gli incontri, G. gli spiegava le cose fatte perché non rimanesse indietro e così la loro amicizia si rafforzava in questa forma tacita di complicità e aiuto. Entrambi sapevano che alla fine dell’anno ci sarebbe stato il rito della prima comunione e che lui non avrebbe potuto partecipare anche se si fosse impegnato tanto, per la situazione generale della sua famiglia. Ma c’era come un patto segreto, di cuore, il desiderio comune di essere lì, insieme, almeno nella foto ricordo, per testimoniare quel percorso fatto insieme, quell’aiutarsi reciproco, al di là dell’indifferenza del mondo adulto.

E arriva quel giorno tanto atteso. Tutti i bambini sono lì, eleganti e emozionati, per vivere il loro giorno di festa da protagonisti e in parte c’è anche quell’amico, vestito male e scalzo: ma di nuovo c’è il desiderio impossibile di fare parte almeno della foto, lì, a lato, e tutti e due gli amici sperano segretamente in questo. Un adulto però si accorge dell’errore, -tu no- gli dice, e nel silenzio denso di umiliazione e vergogna quell’amico si allontana, scappa via e non si farà più vedere per giorni e giorni.  Per anni rimane il ricordo dell’amico legato a quel giorno, a quel rifiuto, a quella ingiustizia, finchè un giorno per caso rovistando tra le vecchie cose, G. si trova tra le mani proprio la fotografia della sua prima comunione: tutti i bambini sono in posa sotto un grande albero e lui riguarda con tenerezza e tristezza, ma…. Cosa vede? Non è possibile, non ci crede, ma tra le foglie, lì in alto, si intravede qualcosa, una figura, una maglia… era lui, lui era lì, come promesso, insieme nella foto…

L’altra storia di amicizia viene dal racconto di Elisabetta, è la storia di Damone e Finzia, due amici seguaci del filosofo siracusano Pitagora. Finzia contesta il dominio del tiranno Dionisio il giovane e per questo viene condannato a morte. Finzia chiede allora il permesso di fare ritorno per un'ultima volta a casa, per salutare la sua famiglia e disporre delle sue cose, ma Dionisio rifiuta, convinto che se gli fosse concesso, l’altro coglierebbe l'occasione per fuggire. Damone si offre allora di prendere il posto di Finzia mentre questi è via: Dionisio accetta, a condizione che, se Finzia non dovesse fare ritorno, Damone verrà giustiziato al suo posto. Damone accetta le condizioni, e Finzia parte; tuttavia, il tempo passa e Finzia non ritorna. Giunto il giorno dell'esecuzione, Dionisio dà il via ai preparativi per uccidere Damone, deridendolo per la sua malriposta fiducia; Damone rimane però convinto che l'amico farà ritorno, e infatti appena prima che il boia esegua il suo compito, Finzia arriva sulla scena. Scusandosi con Damone per il ritardo, Finzia spiega che la nave su cui si trovava per tornare a Siracusa era stata colta da una tempesta, e poi dei banditi l'avevano aggredito lungo la strada, ma era riuscito ad arrivare giusto in tempo. Commosso da questo atto di reciproca lealtà, il tiranno grazia entrambi.

Mi sembra che questi racconti ci parlino della stessa cosa, di come l’amicizia sia fatta di una lealtà forte e silenziosa, che è bella perché supera le ferite, le paure. E’ più grande dell’essere rifiutati davanti a tutti, è più grande della paura di essere traditi all’ultimo momento, più grande delle umane ingiustizie. E in entrambe le storie non si manifesta attraverso lunghi ripensamenti, ma in una decisione istantanea e coraggiosa, che viene dalla nostra parte grande, pura, che c’è sempre in noi, non si è mai né troppo piccoli né troppo adulti per dimostrarla.

 

INTERVENTO E CANTO DI OSCAR

L’aspetto più importante per me dell’amicizia è la sintonia: con i miei amici veri ho un rapporto profondo e quello che penso io lo pensano anche loro, ci capiamo all’istante, ance se ci rivediamo dopo molto tempo. Questa sorta di sincronizzazione è spiegata bene dalla canzone “Amico” di Renato Zero, che esplode nel famoso ritornello “Io e te lo stesso pensiero..."

 
AMICO – Renato Zero

Il sole muore già,

e di noi questa notte avrà pietà

dei nostri giochi confusi nell’ipocrisia

il tempo ruba i contorni a una fotografia.

E il vento spazza via,

questa nostra irreversibile follia

chissà se il seme di un sentimento rivedrà

la luce del giorno che un altra vita ci darà.

Resta amico accanto a me,

resta e parlami di lei se ancora c’è

l’amore muore disciolto in lacrime ma noi

teniamoci forte e lasciamo il mondo ai vizi suoi.
 

Io e te lo stesso pensiero,

io e te il tuo e il mio respiro

sarà tornare ragazzi e crederci ancora un po’

sporcheremo i muri con un altro no.

E vai se vuoi andare avanti,

perché sei figlio dei tempi

ma se frugando nella tua giacca scoprissi che

dietro il portafogli un cuore ancora c’è, amico cerca me.
 

E ti ricorderai,

del morbillo e le cazzate tra di noi

la prima esperienza fallimentare chi era lei

amico era ieri le vele le hai spiegate ormai.

E tu ragazza pure tu,

che arrossivi se la mano andava giù

ritorna a pensare che sarai madre ma di chi,

di lui che è innocente che non si dica figlio di
 

Io e te lo stesso pensiero

. . . . . . . . . . . . . . . . .

Che fai, se stai lì da solo,

in due più azzurro è il tuo volo

amico è bello amico è tutto è l’eternità

è quello che non passa

mentre tutto va . . . .

amico amico amico

il più fico amico è chi resisterà,

chi resisterà, chi resisterà

chi di noi, chi di noi resisterà.

 
INTERVENTO DI NICOLETTA

Il tema dell’amicizia mi ha fatto ricordare la mia prima amica Ludovina risalente alle scuole elementari che non c’è più; recentemente ho sentito il bisogno di andare a pregare sulla sua tomba.

Oggi vedo e sento tanti ragazzi vantare la propria amicizia in forma esclusiva e bilaterale: MAPS cioè miglior amica per sempre. Se sei amico suo non puoi essere amico mio ….

Sembra quasi che l’amicizia non si possa dividere con gli altri ma che appartiene solo a pochi…

Secondo me è proprio il contrario: più l’amicizia si diffonde, più ci arricchisce e ci fa stare bene. E’ un tipo di legame vivo e reciproco tra più persone che hanno il desiderio di stare insieme in una sorta di vita sociale comune. E’ un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca.

Penso che l’amicizia sia un’alleanza per crescere insieme!
 

CANTO DI ELISA  – Ragazze posate di Erica Mou

abbiamo bevuto troppo
abbiamo fumato troppo
troppo
per la reputazione di essere brave
ragazze posate
a modo
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più giuste di così
più felici di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più belle di così
più lucide
ma poi hai bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi tra le braccia sbagliate
cancellare il cuore
per un attimo
abbiamo parlato troppo
è giorno ma stiamo ancora in auto
a piangerci addosso
fingendo un rimorso
dicendo che è tutto rotto
ma amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più intere di così
o più leggere di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più donne di così
più solide
ma poi ha bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi sulle scelte sbagliate
cancellare il cuore
per un solo bisogno di pace
e pur di sentire calore
tuffarsi tra le braccia sbagliate
raffreddare il cuore
per un attimo
per un attimo
solo per un attimo

INTERVENTO DI FABIO

Secondo me l’amicizia ci fa sentire liberi di esprimerci e di essere ciò che siamo e sentiamo.
Ci permette di dar sfogo alle nostre emozioni, ai sentimenti e ai nostri stati d'animo più veri e profondi.
Quando io sto con i miei amici provo questa sensazione di unione e di libertà.
 

INTERVENTO E CANTO DI OSCAR

Un altro aspetto importante dell’amicizia è la durata: gli amici veri sono disponibili e saranno sempre. Ma anche il rapporto di coppia ha come base una forte amicizia, e la canzone “Ci Sarai” di Francesco Renga canta proprio questo.

 
CI SARAI - Francesco Renga

Come una fotografia

Dai contorni incerti

E questa vita

La mia

La trovo in un cassetto

E poi ogni giorno

Dentro gli occhi tuoi

Parlami di come la fortuna aspetta

E tienimi tra le tue braccia

Ancora per un po'

Dimmi che tu ci sarai

Quando il tempo su di noi

Avrà ormai lasciato

Segni che non vuoi

Dimmi che tu ci sarai

Quando la malinconia

Vestirà i ricordi

Della vita mia

Toglierò la polvere

Laverò le lacrime

Che tu

Non vuoi

Ogni goccia

E una poesia

Che non ho sentito andare via

Spiegami le cose che non ho capito

E svegliami se senti freddo

Vedi, sono qua

Dimmi che tu ci sarai

Quando il tempo su di noi

Avrà ormai lasciato

Segni che non vuoi

Dimmi che tu ci sarai

Quando la malinconia

Vestirà i ricordi

Della vita mia

Le cose che non voglio perdere

Volti che non ho rivisto mai

Le parole dette e poi

Quelle che ho nascosto

E che non sai

E non stancarti mai

Dimmi che tu ci sarai

Quando il tempo su di noi

Avrà già lasciato

Segni che non vuoi

Che non vuoi


MATTEO legge alcune frasi significative sull’amicizia.

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