Testi interventi - La prudenza

La camminata meditativa del 16 OTTOBRE 2017 si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore: LA PRUDENZA.
Prudenza dal latino providere, vedere prima, dinanzi....
Giotto nella Cappella degli Scrovegni rappresentata la prudenza con il volto bifronte di una donna che guarda avanti e quello di un vecchio dietro, mentre si guarda allo specchio, in contrapposizione alla superbia raffigurata con una persona con le piume nel capo, con i sonagli e con lo sguardo rivolto senza un punto preciso.
Riesco a vedere dove mi conducono i passi della mia vita e delle mie scelte? 
Mi so guardare allo specchio senza maschere con uno sguardo a 360°?

Lungo il sentiero che giunge all'eremo abbiamo ascoltato come questa virtù risuona in ognuno di noi (18p).
Ecco le nostre testimonianze:


INTERVENTO E CANTO DI FRANCESCA:  
Cerco un gesto naturale – Giorgio Gaber
Mi guardo dal di fuori come fossimo due persone
osservo la mia mano che si muove la sua decisione
da fuori vedo chiaro quel gesto non è vero
e sento che in quel movimento io non c'ero

A volte mi soffermo e guardo il fumo di una sigaretta
la bocca resta aperta forse troppo poi si chiude in fretta
si vede chiaramente che cerco un'espressione
che distacco che fatica questa mia finzione

Cerco un gesto un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio.
Cerco un gesto un gesto naturale
intero come il nostro io.

E invece non so niente sono a pezzi non so più chi sono
capisco solo che continuamente io mi condiziono
devi essere come un uomo come un santo come un dio
per me ci sono sempre i come e non ci sono io.

Per tutte quelle cose buone che non ho ammazzato
chissà nella mia vita quante maschere ho costruito
queste maschere ormai sono una cosa mia
che dolore che fatica buttarle via

Cerco un gesto un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio.
Cerco un gesto un gesto naturale
intero come il nostro io.

Cerco un gesto un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio.
Cerco un gesto un gesto naturale
intero come il nostro io.


Un applauso rompe il tradizionale silenzio meditativo per sottolineare il coraggio di Francesca che ha cantato senza voce e senza chitarra! ...e una stella cadente solca il cielo subito dopo lasciando tutti stupiti


INTERVENTO DI ANNA RITA
La Prudenza è una virtù molto importante che abbraccia quasi tutti i comportamenti delle persone. “Mi raccomando, non correre”, dice la moglie al marito che va al lavoro, e con maggior forza la mamma ripete al figlio, quando esce la sera: “Fai attenzione e non tornare troppo tardi”. Le mamme sono prudenti per i mariti e per i figli, possono stare sveglie ore e ore nella notte fino a che non ritornano. E tante volte i giovani si sentono dire: “Divertitevi, non fatevi male, state attenti, mi raccomando!”.
Prudenza nella guida dell’auto, ma anche nei divertimenti, prudenza nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale, prudenza nell’investire il proprio denaro, prudenza nelle amicizie e  nella scelta del coniuge, prudenza nel parlare, ect.
Io ho sempre associato la parola prudenza alla parola paura, ma con il tempo e con l’esperienza vissuta ho capito che in realtà la prudenza e la paura non possono stare insieme perché una è una virtù, mentre l’altra è un vizio e sono quindi due strade opposte.
Adesso intendo la prudenza, non come figlia della paura, ma come saggezza.


INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
Prudenza significa avere uno sguardo che va oltre, e questo è ben rappresentato dal capitano di una nave che viaggia a vista, di notte, tra la nebbia, con la responsabilità delle persone e del carico a bordo. Solo con la grande virtù della prudenza si riescono ad equilibrare fortezza, temperanza e giustizia e scegliere la giusta direzione.

LA LINEA D’OMBRA - Jovanotti
La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti 
per la prima volta nella vita mia mi trovo 
a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo 
mi offrono un incarico di responsabilità 
portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria 
in questa condizione di stabilità precaria
ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto
mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo 
pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome 
il fondo del caffè confonde il dove e il come 

e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione 
nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione 
per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone 
è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione 
senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare 
e cullati dall'onda notturna sognare la mamma il mare
mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto
che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno 
detto che la paga è interessante e che il carico è segreto

ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto 
grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi 
divide dai tempi spensierati di un passato che è passato 
saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di 
fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia 
paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? la faccia
di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io 
vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio
"la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne
accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in 

cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno 
di monsone col vento che non ha una direzione guardando il 
cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come 
si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità
si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono 
accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una 
scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la 
partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura 
pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen 

ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio
alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma 
questa linea d'ombra non me la fa incontrare. mi offrono un 
incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere
e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà
difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a 
immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato
questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo 

dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità 
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di 
sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il 
monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la
rotta questa è la direzione questa è la decisione


INTERVENTO DI NICOLETTA
La prudenza è una delle quattro virtù cardinali, che insieme a giustizia, temperanza e forza ci indica la strada per essere compiutamente uomini. La prudenza nell’iconografia tradizionale è rappresentata con il compasso (simbolo dell’espansione che ci permette di superare i nostri limiti) e lo specchio convesso (simbolo di conoscenza che arriva a comprendere se stessi e ciò che ci circonda). La prudenza inoltre ha un doppio volto: davanti quello di una giovane donna e dietro quello di un vecchio che simboleggiano la capacità di comunione interiore e di saggezza.
Nella cappella degli Scrovegni, Giotto pone davanti alla prudenza il vizio della stoltezza: un uomo con la bocca aperta e la clava vestito con un copricapo di piume che ha bisogno a tutti i costi di farsi vedere e non sviluppa la propria verità, ma si nasconde nella menzogna.
Dunque la prudenza ci invita a sviluppare la nostra capacità di vista di noi stessi e degli altri e la nostra saggezza.


CANTO DI ALESSANDRO
LIGABUE - Ho fatto in tempo ad avere un futuro

Ho fatto in tempo ad avere un futuro
Che non fosse soltanto per me
Più che un’ipotesi era sicuro
Era per tutti, era con te
Ho fatto in tempo a perdere tempo
In cambio di un sogno, di un pezzo di idea
A conti fatti non ho perso niente
Era un buon cambio e la scelta era mia

Si trova sempre una ragione per brindare
O ricordare o dimenticare
Oppure stare solamente svegli
Al limite dei sogni, al limite dei sogni

Ho fatto in tempo a imparare a volare
Senza dover guardare giù
E non conoscere certe paure
Che nel frattempo sono di più
Ho fatto in tempo a morire ogni tanto
Son ripartito, eccomi qua
E addirittura mi son reso conto
Di cosa è fatta la mia verità
Si trova sempre una ragione per brindare
O ricordare o dimenticare
Oppure state solamente svegli
Al limite dei sogni

Si trova sempre una ragione per restare
O continuare o ricominciare
O scivolare sugli stessi sbagli
Al limite dei sogni, al limite dei sogni

Ho fatto in tempo a dire: “che palle!”
Quello che un tempo era meglio che mai
Porta pazienza, se faccio di peggio
Ma è solo stasera, mi passa vedrai
Ho fatto in tempo ad avere un futuro
Che fosse molto più grande di me
Magari ne merito un altro di nuovo
Dove comunque ci sei anche te


INTERVENTO DI FRANCO

Per me la prudenza è la consapevolezza di se stessi che ci aiuta a vivere meglio la nostra realtà e la relazione con gli altri.

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