Testi interventi - la Condivisione

La camminata meditativa, la sera del 14 LUGLIO 2014 dal Chiostro del Convento di santa Maria del Cengio all’Eremo di santa Maria, ha avuto come tema conduttore: “la condivisione”. Lungo il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei partecipanti, dal canto melodioso, sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze, che ora vengono consegnate come dono a quanti sono interessati.


Cantiamo tutti assieme Evenu Schaloom per la pace tra Palestina e Israele

PRESENTAZIONE
Nicoletta accoglie nel Chiostro i partecipanti spiegando che il tema della serata è "la condivisione", partendo da una frase di Alberto Maggi: "non sarà domandato agli uomini se hanno creduto, ma se hanno amato, non sarà loro chiesto se sono saliti al tempio, ma se hanno aperto la loro casa al bisognoso, non se hanno offerto al Signore, ma se hanno condiviso il loro pane con chi ne aveva necessità.”


Fra Renzo presenta fra Maggi:
Dell’Ordine dei Servi di Maria, è nato nel 1945 in Ancona. Direttore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci», cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico attraverso scritti, trasmissioni radiofoniche e televisive e conferenze in Italia e all’estero. Ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana (Roma) e all’ École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Collabora con la rivista Rocca e ha curato per la Radio Vaticana la trasmissione La Buona Notizia è per tutti!. Attualmente sta lavorando alla traduzione e commento del Vangelo di Giovanni e, insieme a Ricardo Pérez, a quello di Matteo.


PAOLA canta e suona la chitarra


INTERVENTO DI LARA

Condivisione del cibo:
Ad un certo punto della mia vita il cibo è arrivato ad essere molto importante, non era più questione di nutrire il mio corpo, ma necessità di riempire quel buco che già c'era ma la morte di mio padre aveva portato alla luce. Vent'anni per capire! Vent'anni per trasformare un'ossessione in un'emozione! Per sentirmi realizzata quando cucino e condivido quello che ho creato con le persone cui voglio bene. Invento, cerco di osare e, quando porto a tavola, provo a condividere le emozioni, le sensazioni e la magia di trasformare il cibo, lasciandolo il più possibile semplice. Cerco di condividere con chi nutro la poesia che si crea dal mettere in risalto i gusti che la natura ci dona. So che tutto questo è ancora in evoluzione, che ho ancora tanto da imparare, primo fra tutto a condividere con gli altri, in particolare mio marito, la magia del trasformare, del manipolare e aprirsi ad altri modi di vivere gli alimenti e la vita.


INTERVENTO DI DARIO E  CHIARA

Dario: Abbiamo accettato l'invito di Nicoletta di riflettere sul tema della condivisione come coppia. E' da qualche tempo che stiamo seguendo insieme un percorso con un gruppo che ci ha aiutato a capire meglio cosa vuol dire CONDIVIDERE.
Questo gruppo chiamato 'Incontro Matrimoniale' (I.M.) è aperto a coppie, a giovani, a single, e per noi è un punto di riferimento per la nostra relazione.
Abbiamo capito che condividere significa aprirsi di più all'altro, mostrando a volte anche il lato più fragile di sé. Di solito è più spontaneo, più facile mostrare la parte migliore di noi e tenere nascosta la parte di se stessi che fatichiamo noi per primi ad accettare perchè è difficile esporsi, esporsi al giudizio altrui.

Chiara: Solitamente, soprattutto quando si entra in conflitto, si può diventare impulsivi con il rischio di ferirsi a parole l'un l'altro.
Un modo che io e Dario usiamo a volte per condividerci qualcosa che ci sta a cuore è scriverci una lettera.
La lettera per noi diventa un'occasione innanzitutto per chiarire a noi stessi quello che stiamo vivendo e provando, e poi permette all'altro/a di capire meglio, più in profondità.

Ora vi vorremmo condividere due nostre lettere.

Dario
Cara Chiara,
grazie per quanto hai fatto nelle ultime settimane per la famiglia e i figli aiutandoli nei compiti di scuola e nelle loro attività.
Negli ultimi giorni con l'aggravarsi della malattia e poi la morte di mia mamma abbiamo vissuto in famiglia dei momenti molto intensi.
Mi sono trovato dapprima a vivere un forte sentimento di angoscia e poi un sentimento di tristezza e di solitudine, come essere rinchiusi in una stanza spoglia e vuota e girarci all'interno senza senso.
Ho pensato che la sofferenza per lei e per noi tutti era finita, e che potevo dedicarmi nuovamente di più a te e ai figli. L'angoscia era dovuta all'impotenza di fronte alla malattia  e al sentirmi in colpa per non essere stato presente in famiglia.
Non ti avevo ancora condiviso questi sentimenti per paura di rendermi ulteriormente vulnerabile e farti vedere quanto mi sei mancata. Condividendoti questi sentimento mi sono sentito rassicurato e confortato da te e ciò mi ha reso più fiducioso nella nostra relazione.
Con amore tuo Dario

Chiara
Caro Dario,
grazie per avermi chiesto nel pomeriggio di venire a fare un giretto con te in centro: è stato bello.
Sai, pensando a quello che è successo la notte scorsa dopo la telefonata mi sento molto preoccupata per la situazione così difficile che stiamo vivendo.
I pensieri che mi frullano per la  testa sono che i prossimi giorni e mesi saranno sempre più difficili e ciò mi spaventa.
Temo di non riuscire a rispondere in modo equilibrato a tutte le situazioni di sofferenza, di emergenza  oltre alla routine dei figli, di mia mamma che peggiora. Mi vedo a volte tranquilla, nonostante tutto, a volte molto agitata, nervosa perchè so che adesso devo avere ancora più forza di prima per sostenere te, nella tua sofferenza,  nel cercare di essere più disponibile con i tuoi, per rendere meno difficile una situazione già grave e allo stesso tempo non fare mancare la mia presenza ai nostri figli e ai miei famigliari.
Vorrei riuscire a pregare di più e ti chiedo di farlo qualche volta insieme.
Grazie per avermi ascoltata e avermi dedicato la tua attenzione.
Ti amo tua Chiara.

INTERVENTO DI ELISA

Insegnare a condividere è il cavallo di battaglia di ogni bravo genitore. La formula è semplice: si prende un bambino di circa due anni - anzi tuo figlio perché ai figli degli altri non s’insegna a condividere si potrebbe passare per maleducati - e gli s’impone, con parole dolci e fermi moniti, di prestare, donare, elargire il proprio gioco preferito in nome di uno spirito altruistico che ci riempie d’orgoglio. Non importa se seguono urla disperate e crescenti malumori da parte del piccolo egocentrico: noi mamme e papà abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo introdotto nostro figlio alle gioie del vivere comune, l’abbiamo aiutato a socializzare.
Non c’è da stupirsi se ogni volta che Agnese, la treenne più intelligente che conosca, vede qualcuno con un oggetto interessante in mano lo accoglie dicendo: “bisogna condividere!” e si appropria impunemente di quanto desidera. Agnese è avanti, ha capito tutto: condividere fa un po’ male all’inizio, ti chiede di lasciare andare ciò che hai, quello che credi di essere, ma poi dà grandi soddisfazioni perché c’è tanto da guadagnarci, cose meravigliose arrivano da ogni dove e le emozioni si moltiplicano. È una festa.
Ma prima che la festa inizi ci sono aspetti organizzativi non proprio semplici da affrontare perché, in fondo, la fase del “è mio!” dura molto oltre i due anni, a volte ne siamo pienamente immersi a trenta, quaranta, cinquant’anni. Aprirsi agli altri non è semplice, accogliere costa fatica perché l’altro spesso è un nostro riflesso e ciò che non amiamo di noi è proiettato in lui, uno specchio simile non accarezza il nostro io. Mettere ciò che si ha a disposizione del prossimo è un compito che non sempre siamo in grado di fare, spesso non sappiamo nemmeno cosa abbiamo, quali cose belle possediamo: come possiamo offrirle in dono? Per non parlare di ciò che neghiamo a noi stessi: tanti anni a nascondere ciò che è stato, quasi l’abbiamo dimenticato e qualcuno è lì di fronte a noi, ci guarda e ci chiede di essere visto.
Condividere è aprire le mani e lasciare che diano e accettare che ricevano; condividere è aprire la propria casa, aspettare che qualcuno entri e temere che nessuno varchi la soglia; condividere è aprirsi alla possibilità e sviluppare i propri talenti perché fare per se stessi ha meno sapore che creare per gli altri; condividere è aprire un varco dentro di sé, è scavare nel profondo e tirar fuori ciò che puoi. E poi affidarlo.
Condividere è un lavoro che fa male, è uno strappo all’inizio, c’è dolore ma poi, quando il cerotto è andato e la tua ferita respira, sei lì, esposto, e tremi ma sei pronto per guarire: qualcuno ti sarà accanto e vedrà la tua piaga, ti darà sollievo e ti conforterà ma sarai stato tu a darti l’occasione per far cicatrizzare il tuo dolore. E le cicatrici, ho letto, sono firme di Dio su di noi.
E poi, quando l’hai fatto, quando ti sei lasciato andare e hai parlato, ti sei spogliato, hai abbracciato, sei corso incontro all’altro, la festa è già al suo culmine e tu balli e salti e ridi perché il poco di ognuno è tanto tutto insieme, perché quello di cui ti sei liberato ti rende leggero, perché scoprire quanto potevi offrire ti ha reso più bello ai tuoi occhi, perché forse ti sei riconosciuto nuovo, diverso, migliore.

Allora io dico grazie perché:
se scrivo per condividere capisco me stessa,
se ascolto qualcuno insieme ad altri comprendo meglio che se leggessi da sola,
se apro il mio cuore c’è posto per tutti.


INTERVENTO DI NADIA

VENGO A CENA DA TE ( Luigi Verdi)



Vengo a cena da te
vengo a piedi nudi
vengo per stanarti
per toglierti la paura
e riaprirti allo stupore.

Vengo a cena da te
per ricordarti che hai avuto più volte
una seconda possibilità,
che quando ami
sai anche essere il più fragile,
e che il senso inizia
quando nulla ha più senso.

Vengo a cena da te
per spezzare il pane
e ricordarti che la vita
va condivisa e consumata.

Vengo a cena da te
per aprire la strada alle parole,
per aprire altri spazi,
e portare l'umorismo di Dio
che salva la tenerezza. 




La mia riflessione inizia con una domanda soprattutto a me stessa:
“Quanto della mia vita è stata condivisione”?
E la risposta é : “poco” !  Poco rispetto a quanto avrei potuto dare, poco rispetto a quello che avrei voluto fare...
Per molto tempo è prevalsa la chiusura rispetto a tante situazioni, chiusura anche verso gli altri, necessità di  preservarmi nelle forze perché quando si fanno i conti e con la mente il donarsi lo metti nelle colonne del dare e avere costa fatica......
Ma nel momento in cui sono riuscita a fare il primo passo mi sono accorta che la condivisione porta frutti che mi nutrono e si moltiplicano,
Condividere allora è per me spezzare il pane, dividere quello che ho senza fare conti, senza aspettare nulla in cambio.
Se guardo  me stessa a volte penso di non aver nulla da dare o molto poco, ma quello che per me è il nulla per l'altro può essere molto.
Allora vorrei concludere con un'intenzione, e ricollegandomi alla poesia nelle parole “Vengo a cena da te vengo a piedi nudi” vorrei aggiungere Vengo a cena da te a mani vuote, porto tutta me stessa anche quando penso di non portare nulla”

INTERVENTO DI ANITA

Un giorno io e Giuseppe ci siamo guardati e ci siamo detti che non è un caso se abitiamo nella nostra grande casa, se il nostro giardino è così verde e se il nostro orto è così ricco!
Tutto è opera di Dio. Attraverso lui abbiamo coltivato i nostri doni e capito che non può esserci soddisfazione se il tutto non viene condiviso.
Abbiamo aperto le porte, le braccia ed il cuore e per noi è un onore accogliere le persone e condividere il cibo, offrire loro le verdure dell’orto, la frutta e la polenta. Farli salire sul ponticello, nella casetta sull’albero e percorrere il labirinto nel grano. L’entusiasmo fa sparire la stanchezza e dopo ogni incontro c’è già un nuovo progetto per il futuro.
Grazie Signore per averci aperto gli occhi, la mente ed il cuore. Aiutaci in questo cammino, fa che nella nostra casa ci sia sempre movimento, amore e condivisione.

OSCAR canta METTI IN CIRCOLO IL TUO AMORE  di Ligabue


Hai cercato di capire
e non hai capito ancora
se di capire di finisce mai.
Hai provato a far capire
con tutta la tua voce
anche solo un pezzo di quello che sei.
Con la rabbia ci si nasce
o ci si diventa
tu che sei un esperto non lo sai.
Perché quello che ti spacca
ti fa fuori dentro
forse parte proprio da chi sei.

Metti in circolo il tuo amore
come quando dici "perché no?"
Metti in circolo il tuo amore
come quando ammetti "non lo so"
come quando dici "perché no?"

Quante vite non capisci
e quindi non sopporti
perché ti sembra non capiscan te.
Quanti generi di pesci
e di correnti forti
perché 'sto mare sia come vuoi te.

Metti in circolo il tuo amore
come fai con una novità
Metti in circolo il tuo amore
come quando dici si vedrà
come fai con una novità

E ti sei opposto all'onda
ed è li che hai capito
che più ti opponi e più ti tira giù.
E ti senti ad una festa
per cui non hai l'invito
per cui gli inviti adesso falli tu.

Metti in circolo il tuo amore
come quando dici "perché no?"
Metti in circolo il tuo amore
come quando ammetti "non lo so"
come quando dici perché no.



INTERVENTO DI FEDERICA

" Condividere, aprire le porte di casa per accogliere, la porta del cuore per amare....
Per adottare Yuri abbiamo trascorso un periodo di tempo di affido, abbiamo conosciuto suo fratello e sua sorella e i rispettivi genitori affidatari come noi.
Yuri è il più piccolo dei tre fratelli e quando ci trovavamo sembrava quello più impacciato delle volte e più agitato delle altre.
Quando gli incontri non sono più stati obbligatori abbiamo deciso noi genitori di continuare il nostro rapporto di visita, da subito per mantenere il legame fra i tre fratelli e poi è nata una bella amicizia anche fra noi.
I bambini quando si vedono iniziano l'incontro con un pò di disagio, ma poi esce il gioco, la confidenza e anche una bella litigata.
L'esperienza di condivisione più intensa è stata la gita al Lago di Bolsena fatta a inizio anno.
Eravamo tanto agitati, ci sentivamo osservati Yuri e Oscar sono fratelli con genitori diversi.
Quando l'emozione è passata e abbiamo aperto la porta del nostro cuore i bambini hanno vissuto la gita, l'esperienza di stare insieme come incontro fra loro e con gli altri, quando non abbiamo più controllato il comportamento, c'è stato l'abbandono all'amore fraterno si sono addormentati in pullman abbracciati.
Nella strada del ritorno chi vuole dice ciò che gli è rimasto nel cuore e ora vi voglio dire quello che io della gita mi sono portata a casa: La capacità di Nicoletta di darci una “scorlatina” quando ci perdiamo nelle chiacchiere e farci entrare nell'energia e nel messaggio del luogo. Noi genitori di questi due fratelli, che siamo riusciti a superare le difficoltà e le nostre paure per dar loro un grande messaggio d'amore."


SILVIA canta accompagnata da ENRICO alla chitarra: Pensa così di Arisa


La farfalla andò dal bruco e 
disse un giorno avrai anche 
tu delle ali verdi rosse
 
gialle e blu
 
ed il bruco le rispose
 
mi accontento delle mie
 
zampe rugose
 
il pavone ostentava le sue
 
piume di cristallo disse al
 
corvo guarda quanto sono
 
bello ed il corvo a bassa
 
voce, sarai bello ma io sono
 
più veloce
 

Ognuno a qualcosa
 
dentro di sè
 
e basta cercarla veder di
 
trovarla capire dov'è
 
ognuno ha qualcosa
 
dentro di se
 
e basta cercarla vedere di
 
trovarla, capire dov'è.
 

Il leone ostacolava
 
il passaggio all'elefante e disse
 
beh! non ti inchini sono il re
 
il gigante disse al re, io
 
mi inchino però vivo più di te
 
la formica alla cicala canti
 
sempre e poi fai son
 
sicura questo inverno
 
morirai
 
la cicala a replicare io ho
 
un concerto oggi e ti vorrei
 
invitare.
 

Ognuno a qualcosa
 
dentro di sè
 
e basta cercarla veder di
 
trovarla capire dov'è
 
ognuno ha qualcosa
 
dentro di se
 
e basta cercarla vedere di
 
trovarla, capire dov'è
 
ognuno ha un talento e ce
 
l'hai anche tu
 
anche se per ora le tue
 
insicurezze sfamano e
 
accrescono le tristezze
 
di questa vita che non ti
 
vuole
 
tanto domani c'è sempre il
 
sole pensa così
 
fai solamente quello che
 
credi
 
non ascoltare se non ti fidi,
 
nemmeno a me
 
che non sono certo niente
 
di diverso rispetto anche
 
a te.




Terminiamo la camminata davanti all’Eremo dove NICOLETTA M. condivide la sua danza creativa con il gruppo disposto in cerchio.


Mantra finale:
TERRA, il mio corpo
ACQUA, il mio sangue
ARIA, il mio respiro

FUOCO, il mio spirito

Nessun commento:

Posta un commento